La retorica sessista socialmente accettata e condivisa

Marco Crepaldi

"Se ogni nazione della Terra venisse governata da donne, in due anni vivremmo tutti in un mondo migliore": così si è espresso Barack Obama durante un evento organizzato dalla sua fondazione a Singapore. Questo genere di retorica sessista viene ormai socialmente accettata poiché considerata come finalizzata a uno scopo nobile, ovvero alla parità di genere, eppure contribuisce ad alimentare il problema, piuttosto che a mitigarlo.
Nei tanti anni di studio del fenomeno degli hikikomori mi sono interrogato diverse volte sul perché gli isolati sociali fossero soprattutto maschi e inizialmente faticavo a trovare una motivazione forte, eppure con il tempo ho capito che, senza nemmeno rendercene conto, stiamo costruendo un clima sociale fortemente discriminatorio e colpevolizzante nei confronti del genere maschile.
L'uomo oggi è ancora considerato, in tutto e per tutto, un privilegiato sociale e questo aumenta su di lui l'ansia del fallimento, perché più hai e meno sei autorizzato a sbagliare.
Eppure il ruolo di genere maschile è estremamente opprimente e particolarmente competitivo (di questo ho già parlato in altri video precedenti e nel mio ultimo articolo pubblicato sul sito). Il punto è che questa condizione di difficoltà non viene minimamente riconosciuta, non viene mai affrontata nel dibattito pubblico e dunque completamente sottovalutata.
Se a tutto questo aggiungiamo una retorica pseudo-femminista (che vuole la donna come migliore dell'uomo in molti ambiti sociali) talmente sdoganata da far sì che Obama possa fare una dichiarazione del genere senza suscitare la benché minima obiezione, anzi, generando solo grande approvazione e consenso, beh... capite bene che la situazione è già piuttosto pericolosa.
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