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محتوای ارائه شده توسط J-TACTICS. تمام محتوای پادکست شامل قسمت‌ها، گرافیک‌ها و توضیحات پادکست مستقیماً توسط J-TACTICS یا شریک پلتفرم پادکست آن‌ها آپلود و ارائه می‌شوند. اگر فکر می‌کنید شخصی بدون اجازه شما از اثر دارای حق نسخه‌برداری شما استفاده می‌کند، می‌توانید روندی که در اینجا شرح داده شده است را دنبال کنید.https://fa.player.fm/legal
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J-TACTICS (S06 E21)

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Ventunesima puntata della sesta stagione di J-TACTICS, la rubrica di radiomegliodiniente.com, dedicata alla vecchia signora bianconera.
Focus sulla sfida andata in scena allo stadio Bentegodi tra i padroni di casa scaligeri e la vecchia signora bianconera.
Vecchia davvero, una malandata, traballante e acciaccata Juventus in quel di Verona che prosegue il trend negativo iniziato con lo sciagurato pareggio con l'Empoli in casa 4 settimana fa.
La Juve non vince più, prosegue come detto il suo momento no, fa 2-2 a Verona, l’Inter oramai è un miraggio in fuga con nove punti di vantaggio.
Per la cronaca i bianconeri si sono fermati al 21 gennaio, giorno in cui vinsero 3-0 a Lecce e Mister Allegri da vecchia volpe della comunicazione cercava di erodere le certezze della capolista Inter anche a livello psicologico.
Quattro partite dopo, lo psicologo probabilmente
servirebbe ai bianconeri, staccatissimi dai nerazzurri, che guidano la classifica con nove punti di vantaggio e sembrano lanciatissimi verso lo scudetto.
In questo breve lasso di tempo, gli uomini di Inzaghi hanno fatto mambassa in classifica, 12 punti, mentre gli Allegri boys hanno pareggiato con l'Empoli, perso con la stessa Inter e con l'Udinese, ed infine pareggiato con il Verona, per un totale a dir poco desolante di 2 punti nel periodo.
Al Bentegodi i bianconeri sono andati sotto per due volte riuscendo faticosamente a ristabilire la parità in entrambi i casi, non riuscendo tuttavia nell'ultima mezzora a portarsi avanti e a conquistare 3 punti che avrebbero avuto un valore doppio almeno a livello psicologico.
La squadra e soprattutto Allegri sotto accusa ora devono guardarsi alle spalle con un Milan a soli due punti.
In quel di Verona Allegri può contare nuovamente su Danilo dopo la squalifica ma deve rinunciare contemporaneamente per lo stesso motivo a Bremer, al centro della difesa si rivede anche Rugani.
Sulla fascia Kostic è ancora una volta titolare a discapito di Weah, mentre la coppia d'attacco in avanti è composta da Yildiz e Vlahovic, con Chiesa che parte inizialmente dalla panchina.
Baroni schiera Suslov, sulla trequarti assieme al fatal Folorunsho e Lazovic, Noslin a guidare l'attacco.
Il match si accende quasi subito, grazie ad un gol bellissimo di Folorunsho.
Il centrocampista in prestito dal Napoli raccoglie al volo dal limite dell'area una respinta della difesa della Juventus su calcio d'angolo, insaccando nel sette opposto, con Szczesny che resta a guardare.
Il vantaggio dei padroni di casa gialloblu dura però poco più di un quarto d'ora.
Tchatchoua tocca con la mano un tiro di Kostic, l'arbitro Di Bello fischia il rigore, dagli undici metri trasforma con sicurezza Vlahovic.
La prima frazione di gioco si chiude con un pareggio sostanzialmente giusto, e alla ripresa un Verona ancora arrembante passa nuovamente in vantaggio con Noslin che con un rasoterra preciso supera Szczesny.
La Juve reagisce furiosamente e disperatamente riuscendo dopo un paio di minuti ad agguantare il pareggio.
Rabiot su assist di Locatelli firma il 2-2,
Allegri a questo punto prova a portarla a casa passando ad un più offensivo 4-3-3 con gli ingressi di Chiesa e Alex Sandro al posto di Kostic e Gatti.
L'affascinante tridente formato da Chiesa, Vlahovic e Yildiz dura però lo spazio di un respiro data la successiva sostituzione del giovane turco con Alcaraz appena dieci minuti dopo.
La Juventus finalmente alza il baricentro, nel tentativo di siglare il gol della vittoria.
Chiesa ci prova due volte, prima scocca di sinistro un tiro di poco alto, poi trova l'opposizione di Montipò con il piede sul primo palo, a chiusura di un triangolo con Alcaraz.
Come con l'Udinese l'arrembaggio finale non da i frutti sperati.
Finisce 2-2, il sogno scudetto assume sempre più i contorni della chimera con l'Inter in fuga solitaria a 9 punti di distanza.
Il campionato bianconero a febbraio sembra già finito nel cassetto ed archiviato per sempre.
Di questo e altro parleremo in questa puntata! Diteci la vostra, interagiremo con voi in chat live!
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Focus sulla sfida andata in scena allo stadio Bentegodi tra i padroni di casa scaligeri e la vecchia signora bianconera.
Vecchia davvero, una malandata, traballante e acciaccata Juventus in quel di Verona che prosegue il trend negativo iniziato con lo sciagurato pareggio con l'Empoli in casa 4 settimana fa.
La Juve non vince più, prosegue come detto il suo momento no, fa 2-2 a Verona, l’Inter oramai è un miraggio in fuga con nove punti di vantaggio.
Per la cronaca i bianconeri si sono fermati al 21 gennaio, giorno in cui vinsero 3-0 a Lecce e Mister Allegri da vecchia volpe della comunicazione cercava di erodere le certezze della capolista Inter anche a livello psicologico.
Quattro partite dopo, lo psicologo probabilmente
servirebbe ai bianconeri, staccatissimi dai nerazzurri, che guidano la classifica con nove punti di vantaggio e sembrano lanciatissimi verso lo scudetto.
In questo breve lasso di tempo, gli uomini di Inzaghi hanno fatto mambassa in classifica, 12 punti, mentre gli Allegri boys hanno pareggiato con l'Empoli, perso con la stessa Inter e con l'Udinese, ed infine pareggiato con il Verona, per un totale a dir poco desolante di 2 punti nel periodo.
Al Bentegodi i bianconeri sono andati sotto per due volte riuscendo faticosamente a ristabilire la parità in entrambi i casi, non riuscendo tuttavia nell'ultima mezzora a portarsi avanti e a conquistare 3 punti che avrebbero avuto un valore doppio almeno a livello psicologico.
La squadra e soprattutto Allegri sotto accusa ora devono guardarsi alle spalle con un Milan a soli due punti.
In quel di Verona Allegri può contare nuovamente su Danilo dopo la squalifica ma deve rinunciare contemporaneamente per lo stesso motivo a Bremer, al centro della difesa si rivede anche Rugani.
Sulla fascia Kostic è ancora una volta titolare a discapito di Weah, mentre la coppia d'attacco in avanti è composta da Yildiz e Vlahovic, con Chiesa che parte inizialmente dalla panchina.
Baroni schiera Suslov, sulla trequarti assieme al fatal Folorunsho e Lazovic, Noslin a guidare l'attacco.
Il match si accende quasi subito, grazie ad un gol bellissimo di Folorunsho.
Il centrocampista in prestito dal Napoli raccoglie al volo dal limite dell'area una respinta della difesa della Juventus su calcio d'angolo, insaccando nel sette opposto, con Szczesny che resta a guardare.
Il vantaggio dei padroni di casa gialloblu dura però poco più di un quarto d'ora.
Tchatchoua tocca con la mano un tiro di Kostic, l'arbitro Di Bello fischia il rigore, dagli undici metri trasforma con sicurezza Vlahovic.
La prima frazione di gioco si chiude con un pareggio sostanzialmente giusto, e alla ripresa un Verona ancora arrembante passa nuovamente in vantaggio con Noslin che con un rasoterra preciso supera Szczesny.
La Juve reagisce furiosamente e disperatamente riuscendo dopo un paio di minuti ad agguantare il pareggio.
Rabiot su assist di Locatelli firma il 2-2,
Allegri a questo punto prova a portarla a casa passando ad un più offensivo 4-3-3 con gli ingressi di Chiesa e Alex Sandro al posto di Kostic e Gatti.
L'affascinante tridente formato da Chiesa, Vlahovic e Yildiz dura però lo spazio di un respiro data la successiva sostituzione del giovane turco con Alcaraz appena dieci minuti dopo.
La Juventus finalmente alza il baricentro, nel tentativo di siglare il gol della vittoria.
Chiesa ci prova due volte, prima scocca di sinistro un tiro di poco alto, poi trova l'opposizione di Montipò con il piede sul primo palo, a chiusura di un triangolo con Alcaraz.
Come con l'Udinese l'arrembaggio finale non da i frutti sperati.
Finisce 2-2, il sogno scudetto assume sempre più i contorni della chimera con l'Inter in fuga solitaria a 9 punti di distanza.
Il campionato bianconero a febbraio sembra già finito nel cassetto ed archiviato per sempre.
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