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F1 Abu Dhabi 2021 | Alla fine Verstappen è CAMPIONE DEL MONDO!

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Chi l’avrebbe mai detto, alla vigilia del gran finale di Abu Dhabi, che Nicholas Latifi sarebbe stato l’uomo chiave della sfida mondiale tra Lewis Hamilton e Max Verstappen? Il canadese della Williams, abituato al suo ruolo di onesto mestierante nel canovaccio variegato della F1, è stato catapultato dalla sua tranquilla vita da mediano a una chiassosa, indesiderata ribalta da un impatto con le barriere che lo ha reso il casus belli della vittoria mondiale di Verstappen. A sei giri dal termine, Latifi stava lottando con Mick Schumacher quando è occorso il fattaccio che ha ribaltato un risultato già scritto.
Hamilton stava gestendo con agio una gara che sembrava sua, evitando i cordoli e coccolando le sue hard a fine vita per veleggiare verso l’ottavo titolo mondiale e diventare leggenda delle leggende, quando l’incidente di Latifi ha causato la Safety Car che lo avrebbe messo al muro di lì a poco. Ironia della sorte, un episodio che ha visto coinvolto il figlio di Michael Schumacher ha negato a Lewis la possibilità di battere il Kaiser per numero di mondiali vinti, diventando statisticamente il più vincente di sempre. Però il destino c’entra relativamente, in questo complesso intreccio.
Vista senza approfondire, pare una sceneggiatura scritta da una penna non esattamente brillante. Il vecchio leone Hamilton, con le hard consunte, si è ritrovato alle calcagna il giovane quanto famelico Verstappen, galvanizzato dall’odore di sangue del suo rivale e dalle performanti soft, che aveva calzato pochi giri prima. Lewis, a quel punto, non aveva scampo. Max lo ha mangiato in un sol boccone, prendendosi tutto: gara, mondiale, lacrime di papà Jos, genitore spesso inclemente con il figlio, forgiato dal fuoco di mille rimproveri nel campione che è finalmente diventato.
Max Verstappen ha meritato ampiamente il mondiale, su questo non ci piove. Avrebbe chiuso anche prima la partita, senza il doppio zero di Silverstone e dell’Hungaroring. Max è più veloce di Lewis, che, tuttavia, è più scaltro di lui in pista, vista la grandissima esperienza. A Max manca solo un tassello per diventare la migliore versione di sé stesso. Dovrebbe capire quando alzare il piede, farsi ragioniere se serve, senza difendersi costantemente come se fosse solo in pista. Ciò che lo ha reso campione, paradossalmente, potrebbe limitarlo nei suoi successi futuri. Ma Max e Lewis, splendido vincente e onorevole perdente, sono stati oscurati dall’ennesimo pasticcio della direzione gara.
Non è la conclusione del mondiale che si meritavano Max Verstappen e Lewis Hamilton, due veri e propri fuoriclasse. Si sono spesi fino in fondo, sciogliendosi in un abbraccio che vale più di mille parole al termine di una stagione estenuante. Non fosse successo ciò che è andato in scena ieri, staremmo discutendo di questo gesto, delle loro prodezze in pista, di una stagione fatta della materia delle leggende. E invece la F1 ha inquinato uno dei mondiali più belli della sua storia con un finale pasticciato, degno di un libro scritto male. E questo sì che non le fa onore.
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Hamilton stava gestendo con agio una gara che sembrava sua, evitando i cordoli e coccolando le sue hard a fine vita per veleggiare verso l’ottavo titolo mondiale e diventare leggenda delle leggende, quando l’incidente di Latifi ha causato la Safety Car che lo avrebbe messo al muro di lì a poco. Ironia della sorte, un episodio che ha visto coinvolto il figlio di Michael Schumacher ha negato a Lewis la possibilità di battere il Kaiser per numero di mondiali vinti, diventando statisticamente il più vincente di sempre. Però il destino c’entra relativamente, in questo complesso intreccio.
Vista senza approfondire, pare una sceneggiatura scritta da una penna non esattamente brillante. Il vecchio leone Hamilton, con le hard consunte, si è ritrovato alle calcagna il giovane quanto famelico Verstappen, galvanizzato dall’odore di sangue del suo rivale e dalle performanti soft, che aveva calzato pochi giri prima. Lewis, a quel punto, non aveva scampo. Max lo ha mangiato in un sol boccone, prendendosi tutto: gara, mondiale, lacrime di papà Jos, genitore spesso inclemente con il figlio, forgiato dal fuoco di mille rimproveri nel campione che è finalmente diventato.
Max Verstappen ha meritato ampiamente il mondiale, su questo non ci piove. Avrebbe chiuso anche prima la partita, senza il doppio zero di Silverstone e dell’Hungaroring. Max è più veloce di Lewis, che, tuttavia, è più scaltro di lui in pista, vista la grandissima esperienza. A Max manca solo un tassello per diventare la migliore versione di sé stesso. Dovrebbe capire quando alzare il piede, farsi ragioniere se serve, senza difendersi costantemente come se fosse solo in pista. Ciò che lo ha reso campione, paradossalmente, potrebbe limitarlo nei suoi successi futuri. Ma Max e Lewis, splendido vincente e onorevole perdente, sono stati oscurati dall’ennesimo pasticcio della direzione gara.
Non è la conclusione del mondiale che si meritavano Max Verstappen e Lewis Hamilton, due veri e propri fuoriclasse. Si sono spesi fino in fondo, sciogliendosi in un abbraccio che vale più di mille parole al termine di una stagione estenuante. Non fosse successo ciò che è andato in scena ieri, staremmo discutendo di questo gesto, delle loro prodezze in pista, di una stagione fatta della materia delle leggende. E invece la F1 ha inquinato uno dei mondiali più belli della sua storia con un finale pasticciato, degno di un libro scritto male. E questo sì che non le fa onore.
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